martedì 30 dicembre 2008

Riflessioni

28/12/08
Tangalle

Seduto a gambe incrociate davanti al fuoco, in silenzio o parlando solo quando e' necessario, senza dire cose inutili. Fumare, rilassati, gioiendo della comunione con il tutto. Fare da mangiare, assistere alla trasformazione della materia tramite il fuoco. Spaccare la legna, attivita' che scalda e che da calore alla casa. Shanti.
Sento in me una forza prepotente, viene dal profondo, e' legata alle cose semplici, basilari. Piu' sono lontano dalla tecnologia, piu' mi sento a casa.
Un fuoco, una pentola, acqua, la materia si trasforma in fumo che entra in noi e ci rigenera.
Vedo le attivita' frenetiche come il peggior nemico dell'uomo. Ogni azione e' portata ad allontanarci da noi stessi, dobbiamo andare in profondita', ascoltare la natura, il vento tra gli alberi parla per noi, in esso e' racchiuso il nostro mondo perduto. Non abbiamo orecchi per capire i significati alchemici, siamo sopraffatti dal dominio della mente.
Si deve sempre fare di piu', bilancio attivo.
Io faccio sempre di meno, bilancio negativo per gli altri, ma positivo all'ennesima potenza per me.
Non c'e' differenza tra l'animale e' l'uomo, il cane qui accanto dorme sotto la palma, soddisfa i suoi bisogni naturali cosi' come facciamo noi. Ma non e' inquinato dalla frenesia, dalla produzione, dalla ricchezza.
E' un essere perfetto. Per noi la strada e' ancora lunga, infinita.
Ma io ho detto basta alla schiavitu', alla catena di montaggio. Io sono il mare, il corvo, le stelle, libero, espanso.
E questa coscienza mi da' un'energia infinita, non ci sono piu' limiti, la societa' non mi fa paura, le sue non sono minacce per me.
La mia strada e' quella della "rinuncia", lontano dalla societa' delle falsita'. Preferisco un albero come compagno, piuttosto che un falso bastardo perfettamente inserito nel mondo dei vincenti.
Perfettamente stabile nel suo centro, il ricercatore e' immerso nelle profondita' dell'essere dove tutto ha origine. E' collegato con gli elementi e non esiste cattiveria e superiorita'.
E' il risultato del calore, dell'acqua, della terra, dell'aria e della coscienza. E' un'unione che lo rende divino cosi' come il sasso, la lucertola, l'albero.

Nei peggiori bar di Kandy

23/12/08
Kandy

Nei peggiori bar di Kandy l'atmosfera e' fumosa, uomini avvolti nelle nubi del fumo e dell'alcool stanno appoggiati al bancone o fuori per strada, guardando d'inanzi a loro, chissa' cosa.
Tutto e' vibrante, mosso. Si respira un'aria densa di peccato, di qualcosa di nascosto che viene alla luce in queste poce ore di liberta'.
Siamo gli unici occidentali che mai si sono fermati in questi posti. Si vedono solo ed esclusivamente sri lankesi. Facciamo subito colpo, diverse persone ci vengono intorno. tutte immerse nel loro mondo alcolico non sono minacciose, non fanno paura. Anzi, mi diverto e sto al gioco. Sono tutti ubriaci, e' come essere in un mondo di alieni, benevoli.
Il piu' ubriaco di tutti e' un poliziotto che ci proteggera' per tutta la sera dagli "aggressori": "no problem" dice, "questa e' la mia area, sono un poliziotto, vi difendo io". Gli pago da bere un'altra birra, mi confessa che vuole venire a cercare lavoro in Italia, mi lascia il suo recapito telefonico nel caso abbia un lavoro per lui.
Chiunque si avvicina viene scacciato via dal nostro protettore. Questo e' lo Sri Lanka, persone bravisse ed umane, che fanno di tutto per aiutare il prossimo e fare apparire il loro paese ospitale, cosa in cui riescono benissimo.
Uscite dalle rotte turistiche, immergetevi nei villaggi sperduti, sarete ricompensati da una bonta' indescrivibile.
Amo questo paese come l'India e il Nepal, la loro genuinita' lo rende cosi' attraente che sento un profondo legame di fratellanza.
Voglio bene a questo popolo e sempre portero' in me il loro esempio di bonta' e generosita'.

lunedì 22 dicembre 2008

Kaudulla National Park

Con una jeep e la guida affrontiamo questo bel safari in mezzo alla giungla. Avvistiamo quattro varani di circa due metri di lunghezza e poco piu avanti subito siamo circondati da diversi gruppi di elefanti, alcuni ci guardano minacciosi ed un maschio ci carica contro. Mandrie di bufali pascolano pacificamente vicino al lago e uccelli tropicali, aquile e pavoni completano il cerchio di questa bella fauna selvaggia.
Al ritorno dal safari Andrea ha avvistato perfino un coccodrillo nel fiume che stavamo costeggiando.
E' stata la mia prima esperienza di safari e devo dire che essere circondato dagli elefanti selvaggi fa uno strano effetto, mi sentivo completamente impotente di fronte a tanta forza della natura.

domenica 21 dicembre 2008

Ieri con Andrea ho lasciato Kandy per visitare la citta' di Polonnaruwa, ricchi di templi ed antiche sculture.
Per evitare il traffico della strada principale ci siamo avventurati in una stradina secondaria che sempre piu' diventava sterrata e piene di buche.
Ci siamo inoltrati in una natura cosi' selvaggia al punto tale che mi sentivo un intruso tra bufali, scoiattoli, lemuri, varani e chissa' quali altre creature.
Ad un certo punto la strada era interrotta dal passaggio di un fiume che con le pioggie dei giorni passati si era gonfiato attraversando il sentiero da una parte all'altra.
Tornare indietro ormai avrebbe richiesto troppo tempo, eravamo bloccati nel mezzo della giungla. L'unica cosa da fare era affrontare il guado con le moto. Scelto il punto dove l'acqua era piu' bassa abbiamo guadato il fiume. L'acqua arrivava fino sopra la coscia, mezza moto era sommersa dall'acqua, e miracolosamente non si sono spente, riuscendo cosi' a raggiungere l'altra parte del sentiero.
Riusciti in questa impresa ci accoglie un panorama se possibile ancor piu' affascinante: alle nostra destra continuano le risaie e i palmeti, alla nostra sinistra il fiume scorre tumultuoso sommergendo tutta la pianura circostante, e gli imponenti alberi sorgono dall'acqua con la loro statica forza.
Arrivati vicino ad un villaggio incontriamo delle donne che si lavano al margine del fiume e ci salutano affascinate dal nostro passaggio come noi lo siamo dalla loro bella presenza.
E' stato un viaggio fantastico e finalmente il sole splendeva nel cielo dopo giorni e giorni di pioggia, benedicendo la nostra corsa verso nuove avventure.

venerdì 19 dicembre 2008

Avventure intorno a Kandy

Ieri siamo partiti di buon mattino alla volta di un tempio non molto lontano da Kandy. Il tempio e' immerso nella natura e un giovane monaco ci ha accolto amichevolmente facendoci visitare l'interno della grotta dove un grosso buddha di pietra e' sdraiato illuminato da fioche luci. Il tempio risale a piu' di trecento anni fa e e' stato restaurato nel 1980 da un restauratore italiano.
Sei monaci vivono in questo luogo di meditazione e dopo aver condiviso con loro il prezioso silenzio, il monaco che ci ha ospitato ci ha fatto vedere la sua collezione di monete. Ha molte monete antiche del periodo della colonizzazione olandese perche' proprio vicino al tempio c'e' una grotta dove vivono dei varani e ogni tanto quando questi animali escono alla luce portano con loro delle monete che sono conservate nel loro inespugnabile rifugio. Ce ne ha offerta una a testa e con questo piccolo tesoro in tasca continuiamo il nostro viaggio.
La prossima meta sono le cascate delle Hunas Fall. Bisogna lasciare le moto e continuare il cammino a piedi nella giungla per osservare tale spettacolo. Le cascate sono imponenti, specialmente in questo periodo che piove molto. Durante il cammino ci rendiamo conto che dei piccoli animaletti neri sono attaccati alle nostre gambe e piedi... sono sanguisughe che, succhiando il sangue diventano molto grosse. Per fortuna ce ne accorgiamo in tempo e riusciamo liberarci dal loro morso.
L'ultima meta sono le piantagioni di tea. Si sale ancora oltre la quota dei 1200 metri, la strada diventa un semplice sentiero di sassi, spesso attraversato da piccoli fiumi. Le moto arrancano tra bellissime piantagioni di tea, ovunque intorno a noi ci sono piante verdissime, tutto e' estremamente curato e le donne pazientemente trasportano sulla testa grossi sacchi di foglie mentre ci salutano stupite al nostro rumoroso passaggio.

mercoledì 17 dicembre 2008

Orfanotrofio degli elefanti

A Pinnawela, circa 45 km di distanza da Kandy, immersi nella natura tropicale, si possono ammirare piu' di ottanta tra elefanti e elefantini che, rimasti orfani e svezzati dagli umani, vengono accuditi in questo grande orfanotrofio naturale.
Gli elefanti vengono portati due volte al giorno a fare il bagno al fiume, poi viene dato loro da mangiare. Lo spettacolo e' molto bello e rilassante e gli elefanti molto amichevoli.

martedì 16 dicembre 2008

Visto Indiano in Sri Lanka

Ieri ho ritirato il visto indiano dall'ambasciata in Sri Lanka a Colombo, e se in Italia lo rilasciano di 3 mesi con ingresso singolo, in Sri Lanka lo rilasciano di 6 mesi con ingressi multipli!
Bene a sapersi...
Adesso mi trovo a Kandy, sulle colline dello Sri Lanka, la citta' si sviluppa attorno ad un lago molto bello sul quale si affaccia il tempio del dente del Buddha, tutto attorno la vegetazione e' rigogliosa e il clima e' piu' fresco che in pianura.

venerdì 12 dicembre 2008

Mirissa

Galle Road e' la strada principale del sud dell'Isola, collega Colombo con le principali destinazioni meridionali fiancheggiando il mare.
Lungo questa strada si incontrano bellissime spiaggie di fina sabbia bianca e coralli, e' un vero piacere scorrazzare avanti ed indietro lasciarsi incantare da queste bellezze sublimi.
Ma basta anche prendere la prima strada che si inoltra nell'interno per trovarsi nella giungla selvaggia. Piccole stradine, spesso sterrate entrano dentro un intrico di palme e alberi tropicali, campi di riso incorniciati da laghetti e fiori di loto si incontrano lungo il cammino e gli abitanti dell'isola sempre pronti al sorriso ci guardano incuriositi salutandoci con pura meraviglia.
Piu' di una volta ci e' capitato di mangiare in qualche trattoria locale lontano dalle rotte turistiche ed essere serviti con tutti gli onori della casa. Ci chiedono se siamo americani, e quando rispondiamo che siamo italiani, spesso ci viene detto che qualche amico o qualche parente e' in italia a lavorare.

Adesso siamo a Mirissa, un'altra bellissima localita' di mare, sole, mare cristallino e accoglienza genuina.

martedì 9 dicembre 2008

Hikkaduwa

A Colombo ho incontrato gli amici Leonardo e Andrea, arrivati direttamente dall'Italia, e il giorno dopo via verso il sud, verso le bellissime spiagge dello Sri Lanka.
La gentilezza e l'ospitalita' di questo popolo unite alla bellezza e la magia dei suoi posti fa dello Sri Lanka una meta perfetta per chi cerca serenita', foreste e mari tropicali.
Purtroppo lo Tsunami non ha giovato al turismo, e come se non bastasse le notizie della guerra civile dello Sri Lanka ha peggiorato la situazione. Infatti quest'anno, a differenza degli anni passati, ci sono pochissimi turisti e questo e' un vero peccato perche' ovunque ci sono alberghi di tutte le categorie pronti ad accogliere i turisti, dalle capanne sul mare, agli alberghi di lusso. Le persone del luogo sono amorevoli e sempre sorridenti e il loro saluto e' genuino.
La guerra civile c'e' solo nella estrema zona nord del Paese, e tutto il resto dell'isola e' totalmente sicuro, non e' mai stato toccato dalla guerra e mai lo sara'. Ma le informazioni errate che riceviamo dalla televisione e dai giornali scoraggiano i viaggiatori e i turisti a venire fin qui, commettendo cosi' un grave errore e mettendo in ginocchio l'economia di questo splendido e sicuro paese.

Adesso siamo ad Unawatuna, una splendida baia di sabbia bianca e fondale corallino, mare ideale per rilassarsi e fare snorkeling. Hikkaduwa, piu' ad ovest e' ideale per chi inizia a praticare il surf.
La prossima meta sara' Mirissa e Tangalle, altre splendite localita' balneari.

sabato 6 dicembre 2008

Viaggia!

" NON C'E' FELICITA' PER CHI NON VIAGGIA!
A FORZA DI STARE NELLA SOCIETA' DEGLI UOMINI,
ANCHE IL MIGLIORE DI LORO SI PERDE.
METTITI IN VIAGGIO.
I PIEDI DEL VIANDANTE DIVENTANO FIORI,
LA SUA ANIMA CRESCE E DA' FRUTTI
ED I SUOI VIZI SON LAVATI VIA DALLA FATICA DEL VIAGGIARE.
LA SORTE DI CHI STA FERMO NON SI MUOVE,
DORME QUANDO QUELLO SI DESTA.
ALLORA VAI, VIAGGIA!"

Tratto dai Brahaman.

giovedì 4 dicembre 2008

Colombo - Sri Lanka

Sono arrivato da poche ore a Colombo, la capitale dello Sri Lanka. L'aeroporto dista circa 30 km dalla citta' e arrivando di notte bisogna affidarsi al taxi per raggiungere il centro. Lungo la strada ci sono moltissimi posti di controllo della polizia e dei militari e dall'aeroporto al centro siamo stati fermati ben tre volte.
Trovare una guesthouse a prezzi da viaggiatore non e' facile, anzi, direi quasi impossibile se si arriva di notte. Ci sono volute due ore per trovare una sistemazione che comunque sia non e' cosi' economica come quelle che si trovano con estrema facilita' in India.
Colombo appare come una citta' molto piu' ricca di Delhi e molto piu' organizzata, piu' pulita ed anche i suoi cittadini sono molto piu' cordiali.
Stamani affamato sono entrato nella prima osteria che ho trovato per mangiare e il cameriere era cosi' contento di servire un occidentale che ero quasi imbarazzato. La sua cordialita' era genuina e vedevo che voleva davvero darmi una buona impressione dello Sri Lanka, cosa in cui e' riuscito benissimo.
Ho gia' richiesto il visto indiano che sara' pronto tra una settimana. L'ufficio e' in Galle Road, al numero 433. Si deve riempire un modulo, consegnare due foto tessere (che fanno anche nello stesso ufficio) e pagare circa 30 euro. La procedura e' stata molto agevole ed anche questo mi ha positivamente stupito.

mercoledì 3 dicembre 2008

Tiruvannamalai

Questa cittadina e' un'importantissima meta di pellegrinaggio per ogni hindu.
Specialmente in occasione di ogni plenilunio milioni di pellegrini arrivano da tutta l'India per rendere omaggio alla sua sacra collina, l'Arunanchal, dove Shiva viene venerato nella forma di Arunanchalaswar, una manifestazione del fuoco.
La luna e' crescente ed ogni giorno i pellegrini e i sadhu sempre piu' numerosi girano per le strade di Tiruvannamalai, si recano all'Arunanchelswar Temple, un magnifico tempio (uno dei piu' grandi dell'india), compiono scalzi il giro della sacra collina e con devozione partecipano ai canti nell'ashram di Ramana Maharishi, un santo che ha vissuto la sua vita sulla collina dopo aver raggiunto l'illuminazione.
Ramana e' molto venerato e attira meditatori da tutto il mondo. Il suo nome si legge ovunque in citta' e la sua immagine compare anche nelle insegne dei negozi, farmacie, ospedali e bottiglie dell'acqua.

A Tiruvannamalai ho conosciuto Fabrizio, viaggiatore italiano che e' partito per l'India due settimane prima di me ed insieme a lui trascorro delle giornate molto rilassanti. E' bello andare sulla collina e sedere nella grotta del santo, stare nell'ashram a meditare, ascoltare i canti ed osservare il continuo viavai di personaggi completamente diversi tra loro: l'imprenditore indiano in fervore ascetico, il pensionato tedesco a gambe incrociate, l'inglesina in contemplazione di fronte alla figura del santo, il santone dai lunghi capelli arrufatti e lo sguardo profondo, il mendicante che chiede l'elemosina con poca convinzione.
Molte persone si fermano a Tiruvannamalai per un lungo periodo e come Fabrizio prendono una casa in affitto. Questo e' un modo molto intelligente per calarsi ancor piu' nella magia del luogo, magia che fin dal primo momento non stenta a coinvolgere il viaggiatore.

venerdì 28 novembre 2008

Arriverderci Mare Arabico

Da quasi un mese il mare e' sempre con me. Il suo blu, le onde, la frescura che regala. Tutto questo ha una grande attrazione. E le palme, il paesagio tropicale che da sempre mi affascina.
Ho vissuto un mese da sogno, dormire con il suono delle onde, vedere illuminarsi sempre di piu' al mattino il mare dalla porta della capanna e essere circondato dalla giungla. Se si osserva il mare non si fatica a vedere un delfino che salta, se si tende l'orecchio si odono i fischi fantastici degli uccelli multicolore.
Con una spesa complessiva di circa cinque euro al giorno ho toccato con mano la serenita' della vita semplice e genuina.
Da Paradise Beach si raggiunge un piccolo e bellissimo villaggio di pescatori inoltrandosi nella giungla, seguendo un sentiero che giorno dopo giorno e' sempre piu' avvinto dalla vegetazione rigogliosa. Le scimmie osservano nascoste il mio passaggio, a volte capita di vedere un pavone insospettito dietro un albero. Scorpioni e cobra stanno nascosti nelle loro tane.
Arrivati al villaggio si prende un bus che porta a Gokarna, la principale cittadina. Gokarna se osservata dall'alto della collina e' impossibile a scorgersi perche' le fronde delle fitte palme la coprono interamente.
A Gokarna si fa la spesa, si va nei templi, si passegia rilassati e poi si torna a casa.
Si, perche' Paradise Beach e' per molti una casa, accogliente e gentile.
Le vibrazioni che emana questa piccola spiaggia sono molto positive e si fa davvero fatica a lasciarla per proseguire il cammino.
La magia del luogo e' data anche dalla piacevole presenza degli altri pochi viaggiatori che in cerca di pace e serenita' eleggono questa spiaggia senza dubbio la piu' shanti in assoluto.
Ci conosciamo l'un l'altro e ci si ritrova insieme a parlare, mangiare, intorno al fuoco. A volte non c'e' bisogno di parole, il cuore parla da se'.

Il tempo stringe, tra una settimana saro' in Sri Lanka e cosi' con grande sacrificio ho lasciato qualche giorno fa questo magico luogo ed i miei amici per visitare il sud di Goa.
Agonda e' molto carina, la spiaggia ampia e le strutture per i turisti nascoste nel bosco di palme.
Palolem paesaggisticamente e' ancora piu' bella, e' una mezza luna di sabbia e un bel mare pulito che degrada delicatamente, ma e' molto turistica. Patnem, ancora piu' a sud e' meno turistica.
Ieri ho fatto lo sbaglio di venire a Benaulim, un villaggio di mare dedito completamente al turismo di mezza eta' dove turisti russi e tedeschi con il ventre dilatato sono stravaccati sui lettini a due metri dal mare.
Oggi lascero' il mar arabico per avvicinarmi a Chennai.
La mia meta sara' Tiruvannamalai, un paese sacro dove ogni plenilunio si radunano migliaia di pellegrini e santoni da tutta l'india.
Finisce cosi' il capitolo della costa occidentale indiana.
Da quando sono partito ho vissuto davvero dei momenti di pace e completezza, impossibili da descrivere. Era piu' di un anno che aspettavo questo viaggio e fino ad ora le emozioni che mi ha regalato sono state ogni oltre aspettativa...
Om Shanti.

Nuotare nella luce

A Paradise Beach accade un fenomeno stranissimo la notte, specialmente quando non c'e' la luna e tutto e' nero.
Si entra nell'acqua del mare e piu' ci si allontana dalla riva, piu' questo fenomeno si accentua assumento proporzioni enormi.
La notte del 22 novembre, ovvero per il mio compleanno mi sono regalato questa esperienza unica.
Mi sono immerso nel mare e tutto intorno a me si e' illuminato. Miliardi di piccolissimi punti luminosi mi sfracciavano attorno. Il confine tra cielo e mare era inesistenzte perche' era buio totale, tranne che per queste stelle filanti che urtando contro di me si accendevano di una forte luce bianca.
Nuotando ero completamente avvolto dalla testa ai piedi da questa luce incredibile, come se il mio corpo fosse in fiamme. E' quasi impossibile da credere, ma l'ho sperimentato io stesso, ed e' tutto vero!
Gli osservatori dalla riva vedevano con chiarezza una massa luminosa immersa nel nulla piu' nero.
Questi oggetti luminosi sono dei plancton particolari di cui il mare di Paradise Beach e' particolarmente ricco e si "accendono" quando vengono urtati.
E' stata un'esperienza fantastica. Ero avvolto da una luce cosi' pura e ed omogenea, come fosse una presenza divina.

mercoledì 19 novembre 2008

Jog Falls

Le Jog Falls sono le cascate piu' alte dell'India e distano 120 km da Gokarna.
Durante i monsoni sono impressionanti, ma anche adesso che e' la stagione secca fanno la loro figura. Si puo' scendere fino al lago che formano, il percorso e' impegnativo e bisogna salire e scendere continuamente dai grossi massi che sono tutto attorno, ma quando si arriva al lago si rimane immobilizzati da tanta bellezza. L'acqua e' cristallina e fredda e il rumore assordante della cascata a pochi metri piu' in la' e sprepitoso. Per vederne l'inizio bisogna inclinare indietro completamente la testa. Non c'era nessun altro, e una sensazione di benessere mi ha pervaso. Non ho potuto resistere alla tentazione di tuffarmi e un arcobaleno perenne mi circondava formando un cerchio perfetto con il suo riflesso nell'acqua.

Full Moon Party

A Paradise Beach ci si raduna sulla spiaggia ad ammirare il calar del sole. La palla infuocata scende sempre di piu' fino a congiungersi con il suo riflesso per poi scomparire oltre. E' uno spettacolo nostalgico e romantico che si ripete ogni giorno. Ma qualche giorno fa l'attenzione oltre ad occidente era rivolta ad oriente, e nel mentre che il sole si e' spento, e' spuntata la luna, totale. Il suo pallido volto ha fatto capolino dietro di noi ed le tenebre non sono mai calate, perche' anche durante la notte con la luna piena, tutto era illuminato e non servivano le torce per muoversi.
In occasione della luna piena, sono stati accesi i fuoci sulla spiaggia e la musica e i giocolieri hanno animato la serata che si e' conclusa con una jam sassion di canto, flauto, percussioni e didjeridoo.
Questa e' l'atmosfera che cerco. La comuione tra esseri umani, questa fratellanza che ci unisce e che rende magico qualsiasi posto.

martedì 11 novembre 2008

Shanti life

Sono sempre a Paradise Beach, piu' sto qui e piu' non riesco ad andare via. Una sorta di magnetismo agisce su tutti noi. Potrei rimanere per mesi.

sabato 8 novembre 2008

Paradise Beach

Come un avventuriero mi inoltro nella giungla, cercando viottoli inesistenti e strisciando sotto piante sconosciute. Come punto di riferimento il mare, da qualche parte alla mia destra, ne sento le onde che si infrangono sulla riva.
Giungo sotto il sole cocente sull'altura di una scogliera, sotto di me il vuoto, sopra le aquile si lasciano trasportare dal vento.
Sono a meta' strada tra Om e Paradise Beach ed all'inizio del mio viaggio indiano.
Non so se rimanere ancora a Gokarna o andare altrove, penso forse che non ho ancora trovato il posto dove fermarmi per un po'. Cosi' come nella vita tutto e' insicuro per me, cosi' lo e' anche il viaggio che si rivela una proiezione cruda della realta'.
Ho bisogno di entrare dentro me stesso, in profondita'. Al momento sono come un asteroide vagante per lo spazio ed ho bisogno di un centro. Questo centro e' dentro me, lo trovero'.
Arrivato a Paradise Beach, per la seconda volta da quando sono qui, sento buone vibrazioni. La spiaggia e' piccole e le persone che abitano qui sono poche, forse venti. Decido cosi' di trasferirmi qui, e prendo dimora in una capanna con la finestra che da' sul mare. Non c'e' elettricita' e sto scrivendo alla luce delle candele, sdraiato sul materasso per terra.

Paradise Beach e' un'oasi di tranquillita', la vita scorre leggera e si coltiva l'arte dell'ozio. Ci si ritrova all'ombra delle palme di cocco a bere un tea o una birra dopo aver nuotato nell'oceano. C'e' chi gioca a scacchi, chi legge un libro sdraiato sull'amaca e chi racconta le proprie avventure di viaggiatore.
La sera ci raduniamo sulla spiaggia e suonare e i fumi si levano liberamente nell'aria.
Quella di Paradise Beach e' una comunita' multietnica di giovani rasta e hippie attempati che trascorrono la propria vita fuori dai canoni della societa'.
Si fa facilmente amicizi e si sta cosi bene tra di noi che non e' facile lasciare questo paradiso per continuare il proprio viaggio.

martedì 4 novembre 2008

Gokarna, Om Beach

Sono ad Om Beach, una spiaggia di Gokarna.
Ci sono pochi turisti, e l'atmosfera e' molto rilassata. Abito in una capanna di bambu' e foglie di banano di fronte al mare per un euro e settanta centesimi al giorno.
Stamani mi sono svegliato all'alba e mi sono tuffato nelle acque tropicali.
Oltre ad Om Beach ci sono altre due spiagge dove e' possibile pernottare: Paradise Beach e Kudle Beach. Lo scenario e' il solito, qualche capanna immersa nella vegetazione, sabbia, sole e mucche e buone vibrazioni nel dolce fare niente.

Esperienza da baba Cesare

Il sole non e' ancora sorto e un manto infinito di stelle copre il cielo di Hampi. Al di la' del fiume, nascosto ai piedi di una montagna di sassi, il piccolo tempio dedicato a Shiva si illumina del fuoco sacro, il Duni, e i fiori vengono raccolti per essere posizionati di fronte alle statue di Shiva ed Hanuman. Si accendono i lumini e bruciati gli incensi. Dopo il bagno purificatorio la cochiglia viene suonata, seguita dalle campane e dal rullo dei tamburi. Il baba svolge la puja, la funzione religiosa in omaggio a Shiva. Infine viene cantato il bajan e si rende grazie a Surya, il sole.
Ci raduniamo attorno al Duni e mentre aspettiamo la palla infuocata affacciarsi oltre le montagne, si levano in aria i fumi del cilum che si mescolano con quelli degli incensi e del fuoco.
Preparo il tea, mentre il baba un altro cilum.
Qualche abitante del villaggio vicino viene a pregare, poi si unisce a noi.
Le scimmie sulle rocce attorno ci osservano mentre si spulciani, gli uccelli dai mille colori che non conosco riempiono l'aria di suoni e gli scoiattoli saltano gioiosi da un albero all'altro.
Baba Cesare arrivo' in India da giovane. Era un hippie senza fissa dimora. Adesso ha circa 70 anni e la sua abitazione e' il tempio shivaita immerso tra le rocce, palme e banani e rivolto verso il sole nascente.
I giorni hce ho passato con lui sono stati un ritorno alla semplicita', alla natura. Ci si sveglia alle 4,30 e ringraziamo il sole, prepariamo il cibo, mangiamo con le mani, seduti per terra e si rutta senza problemi.
La sera questo avviene illuminati soltanto dalla luce del fuoco e puo' accadere che nel mentre una hippie indiana si denundi completamente per cospargersi il corpo con la Vibuti, la cenere sacra.
Durante la giornata c'e' poco da fare. Annaffiare l'orto, spaccare la legna, fumare e la puja del mattino e della sera.
Il bagno purificatorio lo faccio nel fiume che scorre placido accanto al tempio, l'acqua e' tiepida e pulita e mi sdraio sulle rocce ad asciugarmi mentre un milione di libellule mi volano attorno.

"Chi e' un baba?" gli domando io.
"E' uno che cerca di salvare se stesso" risponde baba Cesare. "Cosi' facendo funge da esempio vivente per tutti."
Il baba ha infatti una funzione sociale molto importante. E' colui che ha rinunziato al mondo materiale e agli affanni mondani. Con la sua scelta di allontanarsi dalla societa', abbandona il Samsara, il mondo delle illusioni per trovare Dio che risiede gia' in lui, come in ognuno di noi.
Il baba vive di offerte e non fa affari. E' molto rispettato in quanto e' uno che e' andato oltre. Oltre ogni limite di nazionalita', di casta, di religione, oltre ogni limite sociale.
"Il maggior nemico dell'uomo e' il condizionamento sociale. Tutti siamo condizionati sin dalla nasciata. Abbiamo cosi' bisogno di cose che non ci servono e fatichiamo tutta la vita per ottenerle, per poi morire insoddisfatti e pieni d'odio.
Io preferisco vivere la vita nella sua semplicita', senza perdere tempo e crearmi problemi" mi spiega baba Cesare.

Folco Terzani, il figlio di Terzani, viene spesso a trovarlo e a gennaio sara' nuovamente da lui. Scrivera' un liro sul baba e la sua vita. Il libro affrontera' il significato del Dharma e del Karma e l'aspetto religioso di baba Cesare che persegue la ricerca della semplicita'.
Vivendo con il baba ho constatato che la religione si fonde completamente con la natura, in ogni suo aspetto quotidiano.
Ognuno di noi infatti puo' ringraziare il sole e condurre una vita semplice, un ritorno alla natura. Il piacere che ne deriva e' sublie. Preparare il cibo senza fretta, con movimenti tranquilli usando il fuoco vero puo' sembrare una perdita di tempo, ma cio' che invece ho sperimentato con baba Cesare e' l'annullamento del tempo e il flure semplicemente con il nostro ritmo naturale e primordiale.
Si fa economia e niente viene sprecato. La merda di vacca serve come impasto per costruire i muri e i pavimenti, se invece e' secca diventa ottima per essere usata come combustibile. La cenere si usa al posto del sapone per lavare le stoviglie e durante la sera per scacciare le zanzare usiamo il metodo naturale del fumo.
L'albero del Nim e' sacro e le sue foglie se scaldate producono un fumo che tiene lontano gli insetti.
La pianta della marijuana, anch'essa sacra, riveste un ruolo importante e chiedo maggiori informazioni al riguardo al baba.
"Shiva e' cresciuto sulle montagne dell'Himalaya, in una zona dove questa pianta cresce spontanea. L'uso del bhang o marijuana e' importante in quanto purifica la mente e permette di connettersi con il divino.
L'uso del cilum e' simbolico, e' l'unione della Joti (sesso femminile) rappresentato dalle mani unite e il Lingam (il fallo di Shiva) rappresentato dal cilum.
Da questa unione e' nato l'universo e nell'atto di fumare partecipiamo alla creazione"
E' per questo che per la maggior parte del tempo siamo seduti attorno al fuoco a bere il tea e a fumare. Spesso altri indiani barbuti, avvolti nei lori abiti tradizionali si uniscono a questa comunione con il divino, e non abbiamo bisogno di parole, godiamo semplicemente del momento presente.
Shiva e' con noi, onnipresente nel fuoco, in ogni cosa, in ogni movimento e lo invochiamo prima di tirare il cilum, ma anche altri Dei e Santi vengono nominati, tra cui Gesu'.

Ieri ho salutato baba Cesare, per dirigermi altrove. Avrei voluto stare molto di piu', ma sento la necessita' di affrontare il viaggio verso il mare, di fare altre esperienze. Il baba non parla molto ma ho capito che ha apprezzato il fatto che fossi con lui. Adesso con un nuovo valore aggiunto continuo la mia avventura indiana.
Salutandoci mi ha regalato un cilum di terracotta che ha fatto lui stesso pochi giorni fa.
"Vedi, noi siamo diversi" mi ha detto, "siamo delle controindicazioni per la societa', quindi bisogna aiutarci l'un l'altro, questo e' per te."
Il cilum a forma di serpente e' ben custodito nella mia borsa e penso gia' che prima di tornare in Italia vorro' andare nuovamente da baba Cesare, per poter portare a casa come ultimo ricordo dell'India la magia dei giorni illuminanti in sua compagnia, e poter affrontare la vita con nuova consapevolezza.
Om nama Shivaya.

lunedì 27 ottobre 2008

Baba Cesare

Oggi finalmente sono andato a trovare baba Cesare. Ho portato in omaggio della frutta, e lui mi ha accolto con un cilum appena preparato.
Domani mi trasferiro' da lui, al di la' del fiume, in un posto lontano da tutti, immerso nella natura tra le palme e i sassi giganteschi. Sara' Diwali, la festa hindu in onore della dea Lakshmi, e cosi' aiutero' Baba Cesare nella preparazione del tempio, e della puja serale e mattutina.
Sara' un'esperienza totalmente diversa da quella che ho vissuto finora in questo viaggio.
Abbiamo sempre bisogno di fare qualcosa, mentre oggi ho passato la giornata a fare il niente, intorno al fuoco a mangiare e fumare, immersi nella natura.
Questo e' l'altra parte del viaggio di cui ho bisogno e adesso che mi si presenta la possibilita' ne approfitto felicemente.
Chiudo qui temporaneamente il diario on line, perche' dove andro' non c'e' possibilita' di connettermi ad internet. Staro' da lui una settimana o piu'.
A presto.

domenica 26 ottobre 2008

Amicizie

Capelli appena rasati di un bambino piangente che ha perso il padre giacciono in terra come un triste ricordo, i sari sgargianti delle donne che lavano i panni al fiume si accendono al sole, lo Shiva Temple domina tutto dalla sua altezza dietro di me.
La giornata di oggi e' trascorsa felicemente con il gruppo multietnico che mi accompagna in questi giorni. Raggiunto il lago, abbiamo cercato un posto isolato, e poi ci siamo tuffati nell'acqua. E' la prima volta che faccio il bagno in un lago, e la sensazione dell'acqua in bocca e' totalmente diversa da quella di mare.
Devo ancora andare a trovare Baba Cesare. Quando ero ancora a casa e fantasticavo su questo viaggio, ho pensato molto all'incontro con il Baba, e adesso che sono qui e' come se volessi posticipare l'incontro. Forse ho paura che la realta' non sia come l'immaginazione. In realta' e' un semplice incontro tra due persone, ma io sono particolarmente affascinato dalla vita dei Baba. Da una parte vorrei essere come loro, da una parte no. Sono combattuto, e quindi e' come se il posticipare l'incontro sia come reprimere una parte di me che vuol venire fuori.
Credo che almeno nel mio caso valga il detto: sii folle ma comportati come persona normale.

venerdì 24 ottobre 2008

In giro per Hampi

Stamani con Damian e Nina, una ragazza inglese conosciuta ieri, ci siamo svegliati alle sette, e dopo la colazione siamo partiti in bicicletta approfittando del bel tempo. I d'intorni di Hampi sono magnifici, strane rocce grossissime sembrano essere cascate dal cielo, e molti templi di un remoto passato sono disseminati ovunque.
Cosi' la giornata e' trascorsa cavalcando le nostre biciclette sotto il sole cocente, affascinati da cio' che era intorno a noi.

Sotto l'albero di mango, sperduto da qualche parte tra i banani e le palme, mi sdraio ascoltando lo scorrere del fiume e il canto dei pappagalli. Un pastore richiama le sue capre. Sono in dormiveglia, e mi riposo dopo aver girovagato tra le rovine di Hampi. Accanto a me i miei due compagni sembrano dormire. Ci concediamo la forza di Shiva, e poi si riparte per tornare ad Hampi. Sono beato ed anche i miei compagni lo sono, siamo felici di essere qui, ora.
Cio' basta.

mercoledì 22 ottobre 2008

Verso Hampi

Dopo aver visitato le grotte buddiste di Ajanta, bellissime nel suo splendore e suggestive, incastonate nel fianco a strapiombo sul fiume, saluto Carla che partira' per Pune.
E' stata una compagna di viaggio molto simpatica ed e' stato piacevole affrontare con lei le difficolta' indiane che chiunque incontra all'arrivo in India.
Adesso io e Damian siamo ad Hampi. Arrivare qui e' stata davvero un'impresa: sedici ore di autobus locale, e chi e' stato in India ed ha preso uno di questi autobus sa cosa vuol dire. Il giorno e' molto caldo, ma la notte e' freddissimo, i finestrini si chiudevano male e c'erano correnti d'aria ovunque dentro il bus. Cosi' mi sono avvolto nell'asciugamano ed ho usato il sacco a pelo infilando dentro anche la testa.
Alle due di notte siamo scesi per una pausa. Nel mezzo del nulla indiano, in un posto imprecisato mi sono trovato a riscaldarmi intorno al forno tandoori di una baracca e a bere il tea e a mangiare i chapati. Fuori lo spicchio di luna e le stelle erano le uniche luci. Il quel momento tra me e gli indiani non c'erano diversita', ero infreddolito, stanco e affamato come loro. E' stato un momento molto bello, il piu' bello che ho vissuto fino ad ora in questo viaggio.
Adesso sono ad Hampi, sono arrivato oggi pomeriggio. Il posto e' magnifico, il fiume scorre placido tra le rocce e la vegetazione tropicale. L'atmosfera e' molto shanti, credo che rimarro' una decina di giorni.
Domani andro' con una barca alla ricerca di baba Cesare che mi dicono abiti in una grotta al di la' del fiume.

lunedì 20 ottobre 2008

Ellora

Da Aurangabad si raggiunge Ellora con una corsa di 45 minuti circa di bus locale. Le grotte sono disposte in fila lungo il fianco di una montagna rocciosa. E la prima cosa che vedrete e' semplicemente magnifica. E' il Kailasha Temple dedicato a Shiva. Piu' grosso del Partenone di Atene, e' un tempio spettacolare ricavato dalla roccia della montagna e dedicato a Shiva. Al suo interno si possono ammirare stupende sculture e altorilievi raffiguranti le divinita' indiane, ed e' interessante sapere che il Kailasha Temple e' la scultura monolitica piu' grossa del mondo.
Oltre a questa meraviglia si possono ammirare le tante altre cave, dedicate all'induismo, il jainismo, e il buddhismo.
Mi sentivo un po' come Indiana Jones, queste cave sono illuminate soltanto dalla luce del sole, e dentro, nei suoi cunicoli e' molto buio. Si sentono dei fischi e lo sbattere di ali, e se si alza la testa e si usa una lampadina tascabile si capisce che siamo sotto una marea di pipistrelli appollaiati a testa in giu sul basso soffitto.
L'atmosfera in queste grotte e' magica, il gioco di luci e di ombre l'odore di muffa, l'umidita', ... sembra di tornare indietro negli anni in cui i monaci popolavano questi luoghi e intonavano canti sacri in onore dei loro dei.

domenica 19 ottobre 2008

Le sorgenti del sacro fiume Godavari

Il sacro fiume Godavari sgorga dalla cima di una montagna immersa in uno stupendo panorama rurale, tutt'intorno ci sono montagne simili a canyon e da Trimbak, piccolo paese lambito dalle acque del fiume, si puo' andare in pallegrinaggio alla ricerca delle sorgenti.
La camminata e' lunga e difficile e sotto il sole cocente molti indiani, giovani e non, si arrampicano fino a lassu' per rendere omaggio alle sacre acque e fare offerte a Shiva. L'acqua che esce dalle rocce viene raccolta dentro un tempio in onore a Shiva, e da li scende per correre giu fino al golfo del Bengala.
Arrivato in cima alla ripida montagna, ho potuto godere della magia del luogo e del suo magico panorama. Laghi e montagne ovunque intorno a me, canti in onore a Shiva, e lo stupore degli indiani nel vedere che un occidentale si trovava li, in mezzo a loro.
Al ritorno, lungo il sentiero, mi sono imbattuto in uno scorpione piu grosso di una mano. Era immobile con le chele aperte e la coda alzata, pronto ad attaccare. Un'esperienza che non avevo mai fatto prima.

venerdì 17 ottobre 2008

Nasik

Nasik e' una citta' molto importante per l'induismo, qui infatti scorre il Godavari, il secondo fiume sacro, e qui, come a Benares, chi muore esce per sempre dal ciclo infernale delle reincarnazioni.
La citta' e' comune a tutte le altre, ovvero confusione, sporcizia. Niente di particolare se non fosse proprio per il luogo sacro dove scendono verso il fiume i ghat, i gradini dove si offrono le offerte e si fanno le abluzioni. In questo luogo sembra di essere in un altro tempo, si percepisce una forte e benefica vibrazione, pace, tranquillita'. I templi si ergono ovunque, e il fiume scorre placido cullando le candele e i fiori che gli vengono offerti in omaggio.
Nasik non e' un posto turistico per gli occidentali, quindi gli indiani sono veramente incuriositi dai pochissimi stranieri, e si accontentano di chiederti come ti chiami e da dove vieni. In tutta la citta' gli stranieri sono tre. Io, Carla ed un ragazzo francese che abbiamo conosciuto sul treno e che adesso condivide la camera con noi.

giovedì 16 ottobre 2008

Mumbai e lo sciopero dei taxi

Sono finalmente arrivato a Mumbai stamani alle sei, e con mia sorpresa all'uscita dell'aeroporto non c'erano i tantissimi taxisti che ti assaltano come succede a Delhi.
Tutto fuori era tranquillo, molto. Ed ecco la spiegazione: oggi c'era lo sciopero dei taxisti, nessuno di loro lavorava.
In alternativa al taxi, per raggiungere il centro di Mumbai, c'e' da prendere un bus, e poi un treno locale, ed infine un altro bus.
E' stata davvero un'avventura, e sul treno ero stipato come una sardina in mezzo a tantissimi indiani, traboccavano di fuori dalle porte aperte!
Arrivato alla stazione di destinazione, ho preferito fare a piedi i pochi chilometri che mi separavano dall'ambasciata dello Sri Lanka, dove sono riuscito ad avere il visto di 3 mesi, e cosi' mi sono diretto in uno degli squallidi alberghi di Colaba, la zona centrale di Mumbai.
La mia camera e' un cubo dipinto di verde sbiadito con delle piattole che girano per terra, ed una anche sul letto. Mentre ero nel bagno comune con le altre camere, mi sono accorto che con me c'era anche un topo che girottolava tranquillo tra le pentole appoggiate in terra.
Durante la giornata mi sono incontrato con Carla, un'amica partita per Mumbai un giorno prima di me. Lei andra' a Pune all'ashram di Osho, mentre io proseguiro' per il sud, prima pero' abbiamo deciso di visitare insieme Nasik, dove scorre il sacro fiume Godavari, e le grotte di Ajanta ed Ellora, i siti archeologici piu' importanti dell'India.
Quindi domani lascero' le piattole e il topo e il casino di Mumbai alla volta di Nasik, dove spero di trovare un po' piu' di tranquillita'.

lunedì 13 ottobre 2008

In partenza

Più poche ore mi separano dalla partenza. Domani pomeriggio partirò per Roma dove sarò ospite dell’amico Leonardo, mercoledì volerò verso Kuwait City, ed infine giovedì mattina arriverò alla mia porta d’India: Mumbai.
Partire per un posto così lontano, per un lungo periodo fa uno strano effetto. Eccitazione e paura si mescolano continuamente succhiandoti via moltissime energie. L’unica cura a questo moto interiore febbricitante è partire, affrontare il viaggio. Ma il tempo che mi separa dalla partenza a volte mi sembra così poco, a volte così tanto. Confusione, smarrimento, fiducia… sono un calderone di emozioni bollenti.
La paura di lasciare il conosciuto; il mistero del nuovo. Trovo moltissima similitudine tra il viaggio e la morte e penso alla verità del vecchio detto “partire è un po’ come morire”.
Si, è proprio così. La morte ci fa paura non tanto per ciò che avverrà dopo, ma per quello che abbandoniamo alle nostre spalle. Viaggiando/morendo dobbiamo lasciare tutto ciò che abbiamo, le cose belle e quelle brutte, gli affetti, i beni materiali, le sicurezze… Viaggiando /morendo ci rimettiamo in gioco, si riparte da zero.
L’ostacolo non è dato tanto dal dover affrontare il viaggio, quanto dal dover abbandonare tutto il passato. Qui sono qualcuno, ma una volta arrivato in India sarò nessuno, sarò allo scoperto, non potrò fuggire quindi da me stesso. E questo non poter fuggire dal nostro io più profondo credo che sia la causa del malessere che ogni viaggiatore (esperto e non) prova prima della partenza.
Ma se tutto va come deve andare, questo magone si trasformerà, man mano che il viaggio prende piede, in una sorta di ebbrezza, di euforia infantile e benefica. E’ l’emozione del bambino quella che il viaggiatore cerca nei suoi pellegrinaggi, una sorta di paradiso perduto che si può riacquistare solo se abbiamo il coraggio di affrontare noi stessi. Avrò io questo coraggio?

sabato 4 ottobre 2008

IL VISTO INDIANO

ovvero come aggirare le restrizioni burocratiche a danno dei viaggiatori.

Per entrare in India, per qualsiasi motivo (turismo, affari, …), è indispensabile il visto.
Purtroppo non si può ottenere all’arrivo nel paese, ma dobbiamo arrivare in India con il visto già pronto sul nostro passaporto.
Quindi va richiesto presso l’ambasciata o il consolato indiano del proprio paese, O DI QUALUNQUE ALTRO PAESE del mondo.
Purtroppo le informazioni riguardo alla richiesta del visto sono scarse e spesso non corrette. Mi sono trovato molte volte a chiedere informazioni riguardo alle varie possibilità di richiesta del visto, e districarsi tra le risposte errate e le risposte ambigue del tipo: “credo di si”, “dovrebbe esserci la possibilità di…” non è stato affatto facile!
Se si fa un vacanza di due o tre settimane in India partendo dal proprio paese, tutti ti sanno dare le giuste indicazioni. Ma se vuoi rimanere cinque mesi in India, o dieci mesi, o due anni, tutto apparentemente si complica fino a diventare quasi impossibile… ma in realtà la soluzione c’è!
Purtroppo l’incontro tra la burocrazia indiana e quella italiana non agevola la cosa. In Italia gli abitanti del nord devono richiedere il visto al consolato di Milano, mentre gli abitanti del sud all’ambasciata di Roma e da quest’estate TUTTI E DUE GLI UFFICI rilasciano i visti solo per un PERIODO MASSIMO DI 3 MESI E CON INGRESSO SINGOLO.
Questa restrizione è una cosa unicamente italiana, dato che ho contattato personalmente le ambasciate indiane dell’ Irlanda, Germania, Francia, Spagna, Svezia, Nepal, Tailandia e Sri Lanka e tutte queste rilasciano i visti indiani validi per 6 mesi, con ingressi multipli.
Tuttora che il viaggiatore italiano ha con sé il visto (rilasciato dall’ufficio del proprio paese o da qualunque altro paese che ha all’interno l’ambasciata o il consolato indiano) può partire per l’India.
Ma come fare se vuol rimanere in India per un periodo maggiore di quello dichiarato dal visto?
Non deve fare altro che, prima dello scadere del visto, uscire dall’India e recarsi in un altro paese, richiedere il visto all’ambasciata o consolato indiano presente in quel paese, e ritornare in India con un nuovo visto valido per altri tre/sei mesi.
Ovviamente questo trucco non è valido solo per l’India, ma per tutti gli altri paesi che una persona vuol visitare in libertà.

Il visto che ho ritirato all’ambasciata di Roma è valido dal 03/10/08 al 03/01/09, quindi solo tre mesi, e con ingresso singolo.
Già sapendo di questo “inconveniente” unisco l’utile al dilettevole, e a dicembre me ne andrò in Sri Lanka per un mesetto dove, tra immersioni in acque cristalline e vagabondaggi nelle foreste, avrò tempo per richiedere un nuovo visto per l’India…

venerdì 19 settembre 2008

Il Viaggio

Manca meno di un mese alla partenza e poi finalmente rimetterò piede sul suolo indiano.

Ne respirerò gli odori intensi, a volte sublimi, molto spesso nauseanti; i miei occhi gioiranno di magnifiche viste sull’oceano, tra palme e sacri templi, si rattristeranno di fronte alla miseria e la povertà; diverrò estatico al ritmo dei tabla, dei sitar e degli ipnotici mantra, impazzirò per la cacofonia delle strade affollate dove i clacson non hanno mai tregua; assaggerò delicate squisitezze, torturerò il mio stomaco con cibi infetti.

Ogni mio senso verrà pervaso fino all’estremo, verrò sbattuto di qua e di là da esperienze ed emozioni contrastanti, benedirò e maledirò me stesso, il Viaggio, l’India, gli indiani, i viaggiatori.

Un Viaggio in India ti mette alla prova in tutto e per tutto. In definitiva, ti fa sentire vivo come non mai.

L’intenzione è di andare verso sud, ma non ho in mente nessun piano stabilito, ho solo due scadenze, il volo per lo Sri Lanka e quello per il ritorno a casa.

Tutto verrà da sé al momento opportuno, il viaggio porterà consiglio, basterà lasciarsi andare.

So già che i momenti più difficili sono adesso: l’attesa snervante che fa anche paura, e i primi giorni appena arrivato in India. Bisogna solo attendere di sintonizzarsi sul Viaggio, e poi è fatta.

Se mi chiedono perché affronto questo Viaggio, non riesco a dare una spiegazione precisa. Credo che le motivazioni siano diverse, dal fuggire dal nostro sistema occidentale che sempre più ci automatizza e abbrutisce al voler trovare qualcosa di più profondo in me. Forse ho bisogno di confrontare il nostro mondo con uno totalmente diverso, o forse ho bisogno di mettermi alla prova.

Penso che una motivazione sia anche il ricercare la magia dei Viaggi precedenti, e non ultima la motivazione che in questi Viaggi incontro sempre persone molto interessanti con cui instaurare un bellissimo rapporto di condivisione.

Sarà un Viaggio dedicato al rilassamento, alla socializzazione e alla ricerca interiore. Passerò le mie lunghe giornate sulla spiaggia, nelle capanne di bambù, con gli altri viaggiatori, nei piccoli villaggi montani, con i santoni, sulle barche che risalgono dall’oceano verso l’interno nella foresta, in immersione tra i coralli, sui bus sgangherati, sui treni che non arrivano mai tra scarafaggi e topi, nella polvere delle grandi città… Per poi tornare a casa con molte cose nel cuore impossibili da raccontare e con un pezzo di cuore che è rimasto là, aggrovigliato tra i fili di magie e mistero che l’India da tempo immemore tesse e nel quale il viaggiatore rimane felicemente intrappolato.