venerdì 19 settembre 2008

Il Viaggio

Manca meno di un mese alla partenza e poi finalmente rimetterò piede sul suolo indiano.

Ne respirerò gli odori intensi, a volte sublimi, molto spesso nauseanti; i miei occhi gioiranno di magnifiche viste sull’oceano, tra palme e sacri templi, si rattristeranno di fronte alla miseria e la povertà; diverrò estatico al ritmo dei tabla, dei sitar e degli ipnotici mantra, impazzirò per la cacofonia delle strade affollate dove i clacson non hanno mai tregua; assaggerò delicate squisitezze, torturerò il mio stomaco con cibi infetti.

Ogni mio senso verrà pervaso fino all’estremo, verrò sbattuto di qua e di là da esperienze ed emozioni contrastanti, benedirò e maledirò me stesso, il Viaggio, l’India, gli indiani, i viaggiatori.

Un Viaggio in India ti mette alla prova in tutto e per tutto. In definitiva, ti fa sentire vivo come non mai.

L’intenzione è di andare verso sud, ma non ho in mente nessun piano stabilito, ho solo due scadenze, il volo per lo Sri Lanka e quello per il ritorno a casa.

Tutto verrà da sé al momento opportuno, il viaggio porterà consiglio, basterà lasciarsi andare.

So già che i momenti più difficili sono adesso: l’attesa snervante che fa anche paura, e i primi giorni appena arrivato in India. Bisogna solo attendere di sintonizzarsi sul Viaggio, e poi è fatta.

Se mi chiedono perché affronto questo Viaggio, non riesco a dare una spiegazione precisa. Credo che le motivazioni siano diverse, dal fuggire dal nostro sistema occidentale che sempre più ci automatizza e abbrutisce al voler trovare qualcosa di più profondo in me. Forse ho bisogno di confrontare il nostro mondo con uno totalmente diverso, o forse ho bisogno di mettermi alla prova.

Penso che una motivazione sia anche il ricercare la magia dei Viaggi precedenti, e non ultima la motivazione che in questi Viaggi incontro sempre persone molto interessanti con cui instaurare un bellissimo rapporto di condivisione.

Sarà un Viaggio dedicato al rilassamento, alla socializzazione e alla ricerca interiore. Passerò le mie lunghe giornate sulla spiaggia, nelle capanne di bambù, con gli altri viaggiatori, nei piccoli villaggi montani, con i santoni, sulle barche che risalgono dall’oceano verso l’interno nella foresta, in immersione tra i coralli, sui bus sgangherati, sui treni che non arrivano mai tra scarafaggi e topi, nella polvere delle grandi città… Per poi tornare a casa con molte cose nel cuore impossibili da raccontare e con un pezzo di cuore che è rimasto là, aggrovigliato tra i fili di magie e mistero che l’India da tempo immemore tesse e nel quale il viaggiatore rimane felicemente intrappolato.