lunedì 27 ottobre 2008

Baba Cesare

Oggi finalmente sono andato a trovare baba Cesare. Ho portato in omaggio della frutta, e lui mi ha accolto con un cilum appena preparato.
Domani mi trasferiro' da lui, al di la' del fiume, in un posto lontano da tutti, immerso nella natura tra le palme e i sassi giganteschi. Sara' Diwali, la festa hindu in onore della dea Lakshmi, e cosi' aiutero' Baba Cesare nella preparazione del tempio, e della puja serale e mattutina.
Sara' un'esperienza totalmente diversa da quella che ho vissuto finora in questo viaggio.
Abbiamo sempre bisogno di fare qualcosa, mentre oggi ho passato la giornata a fare il niente, intorno al fuoco a mangiare e fumare, immersi nella natura.
Questo e' l'altra parte del viaggio di cui ho bisogno e adesso che mi si presenta la possibilita' ne approfitto felicemente.
Chiudo qui temporaneamente il diario on line, perche' dove andro' non c'e' possibilita' di connettermi ad internet. Staro' da lui una settimana o piu'.
A presto.

domenica 26 ottobre 2008

Amicizie

Capelli appena rasati di un bambino piangente che ha perso il padre giacciono in terra come un triste ricordo, i sari sgargianti delle donne che lavano i panni al fiume si accendono al sole, lo Shiva Temple domina tutto dalla sua altezza dietro di me.
La giornata di oggi e' trascorsa felicemente con il gruppo multietnico che mi accompagna in questi giorni. Raggiunto il lago, abbiamo cercato un posto isolato, e poi ci siamo tuffati nell'acqua. E' la prima volta che faccio il bagno in un lago, e la sensazione dell'acqua in bocca e' totalmente diversa da quella di mare.
Devo ancora andare a trovare Baba Cesare. Quando ero ancora a casa e fantasticavo su questo viaggio, ho pensato molto all'incontro con il Baba, e adesso che sono qui e' come se volessi posticipare l'incontro. Forse ho paura che la realta' non sia come l'immaginazione. In realta' e' un semplice incontro tra due persone, ma io sono particolarmente affascinato dalla vita dei Baba. Da una parte vorrei essere come loro, da una parte no. Sono combattuto, e quindi e' come se il posticipare l'incontro sia come reprimere una parte di me che vuol venire fuori.
Credo che almeno nel mio caso valga il detto: sii folle ma comportati come persona normale.

venerdì 24 ottobre 2008

In giro per Hampi

Stamani con Damian e Nina, una ragazza inglese conosciuta ieri, ci siamo svegliati alle sette, e dopo la colazione siamo partiti in bicicletta approfittando del bel tempo. I d'intorni di Hampi sono magnifici, strane rocce grossissime sembrano essere cascate dal cielo, e molti templi di un remoto passato sono disseminati ovunque.
Cosi' la giornata e' trascorsa cavalcando le nostre biciclette sotto il sole cocente, affascinati da cio' che era intorno a noi.

Sotto l'albero di mango, sperduto da qualche parte tra i banani e le palme, mi sdraio ascoltando lo scorrere del fiume e il canto dei pappagalli. Un pastore richiama le sue capre. Sono in dormiveglia, e mi riposo dopo aver girovagato tra le rovine di Hampi. Accanto a me i miei due compagni sembrano dormire. Ci concediamo la forza di Shiva, e poi si riparte per tornare ad Hampi. Sono beato ed anche i miei compagni lo sono, siamo felici di essere qui, ora.
Cio' basta.

mercoledì 22 ottobre 2008

Verso Hampi

Dopo aver visitato le grotte buddiste di Ajanta, bellissime nel suo splendore e suggestive, incastonate nel fianco a strapiombo sul fiume, saluto Carla che partira' per Pune.
E' stata una compagna di viaggio molto simpatica ed e' stato piacevole affrontare con lei le difficolta' indiane che chiunque incontra all'arrivo in India.
Adesso io e Damian siamo ad Hampi. Arrivare qui e' stata davvero un'impresa: sedici ore di autobus locale, e chi e' stato in India ed ha preso uno di questi autobus sa cosa vuol dire. Il giorno e' molto caldo, ma la notte e' freddissimo, i finestrini si chiudevano male e c'erano correnti d'aria ovunque dentro il bus. Cosi' mi sono avvolto nell'asciugamano ed ho usato il sacco a pelo infilando dentro anche la testa.
Alle due di notte siamo scesi per una pausa. Nel mezzo del nulla indiano, in un posto imprecisato mi sono trovato a riscaldarmi intorno al forno tandoori di una baracca e a bere il tea e a mangiare i chapati. Fuori lo spicchio di luna e le stelle erano le uniche luci. Il quel momento tra me e gli indiani non c'erano diversita', ero infreddolito, stanco e affamato come loro. E' stato un momento molto bello, il piu' bello che ho vissuto fino ad ora in questo viaggio.
Adesso sono ad Hampi, sono arrivato oggi pomeriggio. Il posto e' magnifico, il fiume scorre placido tra le rocce e la vegetazione tropicale. L'atmosfera e' molto shanti, credo che rimarro' una decina di giorni.
Domani andro' con una barca alla ricerca di baba Cesare che mi dicono abiti in una grotta al di la' del fiume.

lunedì 20 ottobre 2008

Ellora

Da Aurangabad si raggiunge Ellora con una corsa di 45 minuti circa di bus locale. Le grotte sono disposte in fila lungo il fianco di una montagna rocciosa. E la prima cosa che vedrete e' semplicemente magnifica. E' il Kailasha Temple dedicato a Shiva. Piu' grosso del Partenone di Atene, e' un tempio spettacolare ricavato dalla roccia della montagna e dedicato a Shiva. Al suo interno si possono ammirare stupende sculture e altorilievi raffiguranti le divinita' indiane, ed e' interessante sapere che il Kailasha Temple e' la scultura monolitica piu' grossa del mondo.
Oltre a questa meraviglia si possono ammirare le tante altre cave, dedicate all'induismo, il jainismo, e il buddhismo.
Mi sentivo un po' come Indiana Jones, queste cave sono illuminate soltanto dalla luce del sole, e dentro, nei suoi cunicoli e' molto buio. Si sentono dei fischi e lo sbattere di ali, e se si alza la testa e si usa una lampadina tascabile si capisce che siamo sotto una marea di pipistrelli appollaiati a testa in giu sul basso soffitto.
L'atmosfera in queste grotte e' magica, il gioco di luci e di ombre l'odore di muffa, l'umidita', ... sembra di tornare indietro negli anni in cui i monaci popolavano questi luoghi e intonavano canti sacri in onore dei loro dei.

domenica 19 ottobre 2008

Le sorgenti del sacro fiume Godavari

Il sacro fiume Godavari sgorga dalla cima di una montagna immersa in uno stupendo panorama rurale, tutt'intorno ci sono montagne simili a canyon e da Trimbak, piccolo paese lambito dalle acque del fiume, si puo' andare in pallegrinaggio alla ricerca delle sorgenti.
La camminata e' lunga e difficile e sotto il sole cocente molti indiani, giovani e non, si arrampicano fino a lassu' per rendere omaggio alle sacre acque e fare offerte a Shiva. L'acqua che esce dalle rocce viene raccolta dentro un tempio in onore a Shiva, e da li scende per correre giu fino al golfo del Bengala.
Arrivato in cima alla ripida montagna, ho potuto godere della magia del luogo e del suo magico panorama. Laghi e montagne ovunque intorno a me, canti in onore a Shiva, e lo stupore degli indiani nel vedere che un occidentale si trovava li, in mezzo a loro.
Al ritorno, lungo il sentiero, mi sono imbattuto in uno scorpione piu grosso di una mano. Era immobile con le chele aperte e la coda alzata, pronto ad attaccare. Un'esperienza che non avevo mai fatto prima.

venerdì 17 ottobre 2008

Nasik

Nasik e' una citta' molto importante per l'induismo, qui infatti scorre il Godavari, il secondo fiume sacro, e qui, come a Benares, chi muore esce per sempre dal ciclo infernale delle reincarnazioni.
La citta' e' comune a tutte le altre, ovvero confusione, sporcizia. Niente di particolare se non fosse proprio per il luogo sacro dove scendono verso il fiume i ghat, i gradini dove si offrono le offerte e si fanno le abluzioni. In questo luogo sembra di essere in un altro tempo, si percepisce una forte e benefica vibrazione, pace, tranquillita'. I templi si ergono ovunque, e il fiume scorre placido cullando le candele e i fiori che gli vengono offerti in omaggio.
Nasik non e' un posto turistico per gli occidentali, quindi gli indiani sono veramente incuriositi dai pochissimi stranieri, e si accontentano di chiederti come ti chiami e da dove vieni. In tutta la citta' gli stranieri sono tre. Io, Carla ed un ragazzo francese che abbiamo conosciuto sul treno e che adesso condivide la camera con noi.

giovedì 16 ottobre 2008

Mumbai e lo sciopero dei taxi

Sono finalmente arrivato a Mumbai stamani alle sei, e con mia sorpresa all'uscita dell'aeroporto non c'erano i tantissimi taxisti che ti assaltano come succede a Delhi.
Tutto fuori era tranquillo, molto. Ed ecco la spiegazione: oggi c'era lo sciopero dei taxisti, nessuno di loro lavorava.
In alternativa al taxi, per raggiungere il centro di Mumbai, c'e' da prendere un bus, e poi un treno locale, ed infine un altro bus.
E' stata davvero un'avventura, e sul treno ero stipato come una sardina in mezzo a tantissimi indiani, traboccavano di fuori dalle porte aperte!
Arrivato alla stazione di destinazione, ho preferito fare a piedi i pochi chilometri che mi separavano dall'ambasciata dello Sri Lanka, dove sono riuscito ad avere il visto di 3 mesi, e cosi' mi sono diretto in uno degli squallidi alberghi di Colaba, la zona centrale di Mumbai.
La mia camera e' un cubo dipinto di verde sbiadito con delle piattole che girano per terra, ed una anche sul letto. Mentre ero nel bagno comune con le altre camere, mi sono accorto che con me c'era anche un topo che girottolava tranquillo tra le pentole appoggiate in terra.
Durante la giornata mi sono incontrato con Carla, un'amica partita per Mumbai un giorno prima di me. Lei andra' a Pune all'ashram di Osho, mentre io proseguiro' per il sud, prima pero' abbiamo deciso di visitare insieme Nasik, dove scorre il sacro fiume Godavari, e le grotte di Ajanta ed Ellora, i siti archeologici piu' importanti dell'India.
Quindi domani lascero' le piattole e il topo e il casino di Mumbai alla volta di Nasik, dove spero di trovare un po' piu' di tranquillita'.

lunedì 13 ottobre 2008

In partenza

Più poche ore mi separano dalla partenza. Domani pomeriggio partirò per Roma dove sarò ospite dell’amico Leonardo, mercoledì volerò verso Kuwait City, ed infine giovedì mattina arriverò alla mia porta d’India: Mumbai.
Partire per un posto così lontano, per un lungo periodo fa uno strano effetto. Eccitazione e paura si mescolano continuamente succhiandoti via moltissime energie. L’unica cura a questo moto interiore febbricitante è partire, affrontare il viaggio. Ma il tempo che mi separa dalla partenza a volte mi sembra così poco, a volte così tanto. Confusione, smarrimento, fiducia… sono un calderone di emozioni bollenti.
La paura di lasciare il conosciuto; il mistero del nuovo. Trovo moltissima similitudine tra il viaggio e la morte e penso alla verità del vecchio detto “partire è un po’ come morire”.
Si, è proprio così. La morte ci fa paura non tanto per ciò che avverrà dopo, ma per quello che abbandoniamo alle nostre spalle. Viaggiando/morendo dobbiamo lasciare tutto ciò che abbiamo, le cose belle e quelle brutte, gli affetti, i beni materiali, le sicurezze… Viaggiando /morendo ci rimettiamo in gioco, si riparte da zero.
L’ostacolo non è dato tanto dal dover affrontare il viaggio, quanto dal dover abbandonare tutto il passato. Qui sono qualcuno, ma una volta arrivato in India sarò nessuno, sarò allo scoperto, non potrò fuggire quindi da me stesso. E questo non poter fuggire dal nostro io più profondo credo che sia la causa del malessere che ogni viaggiatore (esperto e non) prova prima della partenza.
Ma se tutto va come deve andare, questo magone si trasformerà, man mano che il viaggio prende piede, in una sorta di ebbrezza, di euforia infantile e benefica. E’ l’emozione del bambino quella che il viaggiatore cerca nei suoi pellegrinaggi, una sorta di paradiso perduto che si può riacquistare solo se abbiamo il coraggio di affrontare noi stessi. Avrò io questo coraggio?

sabato 4 ottobre 2008

IL VISTO INDIANO

ovvero come aggirare le restrizioni burocratiche a danno dei viaggiatori.

Per entrare in India, per qualsiasi motivo (turismo, affari, …), è indispensabile il visto.
Purtroppo non si può ottenere all’arrivo nel paese, ma dobbiamo arrivare in India con il visto già pronto sul nostro passaporto.
Quindi va richiesto presso l’ambasciata o il consolato indiano del proprio paese, O DI QUALUNQUE ALTRO PAESE del mondo.
Purtroppo le informazioni riguardo alla richiesta del visto sono scarse e spesso non corrette. Mi sono trovato molte volte a chiedere informazioni riguardo alle varie possibilità di richiesta del visto, e districarsi tra le risposte errate e le risposte ambigue del tipo: “credo di si”, “dovrebbe esserci la possibilità di…” non è stato affatto facile!
Se si fa un vacanza di due o tre settimane in India partendo dal proprio paese, tutti ti sanno dare le giuste indicazioni. Ma se vuoi rimanere cinque mesi in India, o dieci mesi, o due anni, tutto apparentemente si complica fino a diventare quasi impossibile… ma in realtà la soluzione c’è!
Purtroppo l’incontro tra la burocrazia indiana e quella italiana non agevola la cosa. In Italia gli abitanti del nord devono richiedere il visto al consolato di Milano, mentre gli abitanti del sud all’ambasciata di Roma e da quest’estate TUTTI E DUE GLI UFFICI rilasciano i visti solo per un PERIODO MASSIMO DI 3 MESI E CON INGRESSO SINGOLO.
Questa restrizione è una cosa unicamente italiana, dato che ho contattato personalmente le ambasciate indiane dell’ Irlanda, Germania, Francia, Spagna, Svezia, Nepal, Tailandia e Sri Lanka e tutte queste rilasciano i visti indiani validi per 6 mesi, con ingressi multipli.
Tuttora che il viaggiatore italiano ha con sé il visto (rilasciato dall’ufficio del proprio paese o da qualunque altro paese che ha all’interno l’ambasciata o il consolato indiano) può partire per l’India.
Ma come fare se vuol rimanere in India per un periodo maggiore di quello dichiarato dal visto?
Non deve fare altro che, prima dello scadere del visto, uscire dall’India e recarsi in un altro paese, richiedere il visto all’ambasciata o consolato indiano presente in quel paese, e ritornare in India con un nuovo visto valido per altri tre/sei mesi.
Ovviamente questo trucco non è valido solo per l’India, ma per tutti gli altri paesi che una persona vuol visitare in libertà.

Il visto che ho ritirato all’ambasciata di Roma è valido dal 03/10/08 al 03/01/09, quindi solo tre mesi, e con ingresso singolo.
Già sapendo di questo “inconveniente” unisco l’utile al dilettevole, e a dicembre me ne andrò in Sri Lanka per un mesetto dove, tra immersioni in acque cristalline e vagabondaggi nelle foreste, avrò tempo per richiedere un nuovo visto per l’India…