domenica 8 febbraio 2009

Neil Island

Immaginatevi di trovarvi nel cuore della notte in un bosco antichissimo sulla riva del mare, e tutt'intorno prende vita. Grossi granchi, rospi e paguri di tutte le dimensioni e colori danzano intorno a voi. Il mare che di giorno ha un colore incredibilmente celeste, e' una nera e silente vastita'. Non c'e' la luna, ma un manto infinito di stelle estremamente luminose. Riconosco la Cintura di Orione, ma al suo interno ci sono tante altre stelle che non ho mai visto prima.
C'e' un fuoco nel bosco vicino al mare e questo e' l'unica fonte di luce. Intorno al fuoco una decina, forse quindici persone sono radunate, c'e' chi parla, chi fuma e chi suona: chitarre, flauti, percussioni e didjeridoo diffondono le loro vibrazioni nell'aria, rendendo l'atmosfera ancora piu' intima e speciale.
E tutto questo succede in una piccola isola sperduta nell'oceano indiano, l'isola e' lunga otto chilometri e larga quattro.
Il turismo e' ancora ben lontano da qui e fino a pochi anni fa l'unica acqua potabile era quelle delle noci di cocco. Adesso si trova acqua potabile in bottiglie di plastica, coca cola e altre bevande moderne, c'e' energia elettrica nel villaggio (non sempre), ma per il resto e' tutto come prima.
Chissa' per quanto ancora questa isola rimarra' un paradiso incontaminato dalla mentalita' degli affari, comunque sia mi sento estremamente fortunato ad essere qui, ora. Gioisco di questi momenti di comunione con la natura selvaggia e con gli altri viaggiatori che preferiscono radunarsi intorno al fuoco in un'isola sperduta, piuttosto che isolarsi di fronte alla televisione in qualsiasi altra parte del mondo civilizzato.

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